Bertolini, l'architetto di cinque Papi
L'ingegnere e architetto Giuseppe Bertolini deve la sua fama soprattutto per aver progettato il Ponte di Ariccia, voluto da Papa Gregorio XVI, per congiungere il Monte d'Albano e quello di Ariccia.
Un'opera grandiosa, alto 60 metri, composta di tre piani e trentaquattro colossali arcate, immortalata in un celebre quadro del pittore Alessandro Prampolini, tutt'ora conservato nella galleria Fontanesi dei Musei Civici di Reggio.
Il ponte fu inaugurato nel 1854 e per l'occasione Pio IX fece coniare una medaglia avente da una parte la sua effige e dall'altra la veduta del ponte come l'aveva ritratto Prampolini. Nello stesso anno veniva consacrata la Basilica di San Paolo, sorta bella e maestosa dalle rovine dell'antica, arsa in una notte del 1823: i lavori erano stati diretti da Bertolini.

LA NASCITA.
Molto intensa la vita di questo concittadino bibbianese nato il 26 novembre 1790, secondo alcuni storici (Balletti e Mazzaperlini) a Bibbiano, a Reggio secondo altri (Manzini e Villani); il padre Donnino, bibbianese, avvocato, autore di diverse commedie in dialetto reggiano, era stato anche pro-segretario del dipartimento del Crostolo.

I PRIMI STUDI.
Giuseppe Bertolini aveva compiuto i primi studi di filosofia nel liceo di Reggio, poi aveva frequentato l'università di Bologna e nel 1811 si era laureato ingegnere architetto.
A Bologna ebbe dapprima l'incarico di fare diversi studi idraulici nel fiume Reno, poi diresse alcuni lavori al Bondeno nel Ferrarese; qui si fece conoscere per la sua abilità pratica e per il suo impegno inventivo.
Chiamato dal Granduca di Toscana Leopoldo III ad eseguire alcuni lavori, seppe meritarsi la stima di quel sovrano che lo colmò di particolari onori, tra cui la Croce di Cavaliere del merito civile toscano di San Giuseppe.

A ROMA.
Chiamato a Roma da Papa Leone XII fu l'architetto di cinque papi ed ebbe numerosi incarichi; fu nominato professore dell'accademia pontificia di San Luca, ispettore del consiglio d'arte di Roma, socio dell'artistica congregazione del Panteon, dell'accademia delle belle arti di Perugia e di altre città d'Italia.

BOTANICO.
In gioventù si era molto interessato anche di botanica; appena 20enne inviò un saggio a Filippo Re: «Memoria sulla galvanica che rovina gli olmi» che l'illustre agronomo inseri nei suoi Annali d'agricoltura del Regno d'Italia.
In seguito fece altri studi e scrisse «I vari insetti dannosi alla campagna» e «Un insetto che rode i pometi nel Ferrarese», anch'essi inseriti negli Annali d'agricoltura.

LA MORTE.
Giuseppe Bertolini mori a Roma il 24 febbraio 1855: le sue spoglie furono deposte nella chiesa di Santa Maria della Concezione in piazza Barberini, sopra un piccolo monumento a lui eretto fu incisa un'iscrizione in cui è ricordata anche la costruzione del ponte di Ariccia. In seguito, per volere di sua sorella, un'altra incisione fu collocata nella cappella del Santo Rosario della chiesa parrocchiale di Bibbiano: «Terra nobile ed illustre della provincia di Reggio Emilia, donde trae origine la famiglia Bertolini», scrive in una sua biografia Enrico Manzini.