Ferruccio Tagliavini (Reggio nell'Emilia, 14 agosto 1913 – Reggio nell'Emilia, 28 gennaio 1995) è stato un tenore e attore italiano.

Essenzialmente tenore di grazia, dotato di voce calda e morbida e di fraseggio suadente, formò con Tito Schipa e, in parte, Beniamino Gigli, un trio di tenori dall'impronta "soave", fra i più popolari del XX secolo.

Secondo di tre figli di Erasmo e Barbara Neviani, nacque a Cavazzoli, alla periferia di Reggio Emilia, nella piccola dépendance del parco Terrachini a ridosso della via Emilia, dove i genitori erano custodi e fattori della tenuta. Da bambino si trasferì con la famiglia a Barco di Bibbiano, a cui rimase sempre molto legato. Qui si appassionò al canto e, dopo aver frequentato le scuole professionali, si diede allo studio del violino e cominciò a cantare nel coro della chiesa, venendo battezzato "piccolo Caruso". Tuttavia, nonostante i genitori lo incoraggiassero a prendere lezioni di canto, fu attratto maggiormente dall'elettrotecnica e dalla meccanica, nelle quali presto si specializzò, finché il padre lo convinse a iscriversi all'istituto "Achille Peri" di Reggio Emilia, dove nel 1931 gli vennero impartite le prime lezioni di canto dal maestro Pietro Melloni. Studiò al "Peri" fino al 1934, continuando contemporaneamente a lavorare come elettricista. Nel 1935, allo scoppio della guerra d'Etiopia, Tagliavini si arruolò volontario e partì per l'Africa Orientale Italiana, dove rimase un anno, non perdendo occasione, durante le ore di sosta e le lunghe marce di trasferimento, di rallegrare la sua compagnia con i più celebri pezzi del repertorio tenorile. Chiusa la parentesi bellica, ritornò alla sua officina a Reggio Emilia.

All'età di ventiquattro anni partecipò a un concorso di canto a Parma e vinse una borsa di studio che gli permise d'iscriversi al Conservatorio Arrigo Boito, dove studiò sotto la guida di Italo Brancucci. Nel 1938 vinse il "Concorso Nazionale di Canto Lirico" indetto dall'Opera nazionale del dopolavoro e poté frequentare un corso di perfezionamento presso il Teatro Comunale di Firenze, dove l'appoggio e i consigli del maestro Mario Labroca e l'insegnamento del tenore Amedeo Bassi gli furono preziosi, e dove il 27 ottobre dello stesso anno debuttò nel ruolo di Rodolfo nella Bohème, cogliendo subito uno strepitoso successo. Nello stesso anno esordì alla radio in un concerto Martini & Rossi, manifestazione notoriamente riservata alle migliori voci. L'8 febbraio 1939 debuttò alla Fenice di Venezia nel ruolo di Zorzeto ne Il Campiello, diretto da Antonio Guarnieri, con Margherita Carosio e Magda Olivero.

Il 29 gennaio 1942 debuttò alla Scala di Milano ne Il barbiere di Siviglia, con Gianna Pederzini, Gino Bechi e Tancredi Pasero. Tra il 1943 e il 1945, durante la campagna d'Italia, cantò in numerosi concerti, esibendosi per le truppe alleate americane e britanniche.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale iniziò a esibirsi anche all'estero, cantando l'11 giugno 1946 al Teatro Colón di Buenos Aires nella Tosca, affiancato dalla moglie Pia Tassinari e, dopo una tournée in America Centrale e Sudamerica, il 10 gennaio 1947 debuttò al Metropolitan Opera di New York, nella Bohème. Il 4 ottobre 1948 apparve alla San Francisco Opera nell'Elisir d'amore e il 13 settembre 1950 approdò nella medesima opera alla Royal Opera House di Londra. Seguì un altro importante debutto, il 1º luglio 1951, all'Opéra di Parigi, in Un ballo in maschera.

Il 20 settembre 1952 ritornò a San Francisco nel Mefistofele e interpretò la medesima opera il 15 luglio 1954 all'Arena di Verona con Maria Callas, con la quale apparve ancora, il 6 ottobre dello stesso anno, al Teatro Donizetti di Bergamo nella Lucia di Lammermoor. A partire dal 1955 ridusse le sue apparizioni al Met e svolse la sua carriera prevalentemente in Europa. Il 28 giugno cantò nuovamente al Covent Garden di Londra, con Renata Tebaldi, nella Tosca, che interpretò anche l'11 luglio 1956 con Zinka Milanov. Sempre a Londra, il 12 marzo 1958, al Drury Lane, interpretò i Pescatori di perle.

Nel 1962, dopo sette anni di assenza, Tagliavini ritornò al Met, dove fece le ultime apparizioni nell'Elisir d'amore e nella Bohème. Il 17 febbraio 1965, alla Fenice di Venezia, cantò con successo in Werther con Fiorenza Cossotto e si ritirò dalle scene operistiche il 21 luglio 1970 all'Anfiteatro romano di Benevento con L'elisir d'amore. Il 20 maggio 1981 concluse le esibizioni alla Carnegie Hall di New York con l'esecuzione in forma di concerto dell'Amico Fritz, sua opera preferita.

Il cinema[modifica | modifica wikitesto]Nel 1941, grazie al volto simpatico e fotogenico, Tagliavini approdò al cinema con Voglio vivere così, pellicola diretta da Mario Mattoli e accolta con entusiasmo dal pubblico, nella quale cantò l'omonima canzone di Giovanni D'Anzi e Tito Manlio, che divenne un suo cavallo di battaglia.

La carriera cinematografica continuò fino alla fine degli anni cinquanta e vide la partecipazione a otto film, di genere comico-brillante o film d'opera. Uno di questi, Anema e core, ebbe un risvolto autobiografico, in quanto vi interpretò un elettricista eccezionalmente dotato per il canto.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]Nel novembre del 1940 conobbe al Politeama Garibaldi di Palermo, durante le prove dell'Amico Fritz, il soprano Pia Tassinari e se ne innamorò. I due si sposarono il 30 aprile 1941.

Raggiunto il successo, Tagliavini non tralasciò le avventure galanti, senza preoccuparsi di tenere nascoste le sue relazioni, nonostante fosse felicemente sposato. Nel 1949, quando viveva negli Stati Uniti, fu citato in tribunale dalla giovane cantante Mary Phillips per una presunta paternità e dovette pagare 1050 dollari a favore della piccola Fiorenza Teresa, che all'epoca aveva diciotto mesi. Nello stesso periodo intraprese un'importante relazione sentimentale con la bellissima ex miss spagnola Carmen, che gli diede la figlia Nanda nell'agosto del 1950. Ebbe anche simpatie amorose per l'affascinante soprano Anna Moffo e per la soubrette americana Jen-Jen.

Negli anni settanta si legò al soprano Isabella Stramaglia, con la quale iniziò a convivere, per poi sposarla il 1º agosto 1992, dopo aver ottenuto il divorzio da Pia Tassinari. Nel 1974 ebbe da lei un'altra figlia, Barbara.

Nel 1988, nel corso di un galà al Teatro Municipale di Reggio Emilia, gli fu consegnato il premio Agis Bnl "Una vita per il teatro". In seguito Tagliavini trascorse la vecchiaia in povertà e solitudine, costretto a vivere nella casa per anziani Villa Ilva di Cavriago, dove per molti anni fu aiutato con un assegno mensile da Luciano Pavarotti. Scomparve ottantunenne nella sua villa di Ospizio, dopo una lunga degenza all'ospedale Spallanzani di Reggio Emilia, a causa dei gravi problemi respiratori che lo affliggevano da tempo. Riposa al cimitero urbano di Reggio Emilia nella tomba di famiglia.