Di seguito alcuni brani del libro di Gabriele Arlotti "Nella culla del Parmigiano Reggiano" edito a cura dell'Assessorato al Parmigiano Reggiano del Comune di Bibbiano. Con il patrocinio di: Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, Ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali, Comune di Bibbiano, Ordine dei Dottori Agronomi e forestali di Reggio Emilia, Consorzio della Bonifica Bentivoglio Enza, Caseus Montanus.

Il volume contiene anche interventi di Luca Zaia (Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali); Sandro Venturelli (Sindaco di Bibbiano); Giuseppe Alai (Presidente Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano); Emilio Bertolini (Presidente del Consorzio di Bonifica Bentivoglio Enza); Alberto Bergianti (Presidente della Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali dell'Emilia Romagna).

Tra prati e Parmigiano Reggiano, tra storia e natura, tra ere geologiche ed eserciti, tra terre irrigate da canali secolari e non lontani castelli dei Canossa. Una unica lunga treccia di paglia lega capitolo a capitolo. Siamo nei verdeggianti ambienti rurali che furono dei monaci benedettini. Terre da cui origina un latte dalle tante qualità, frutto di foraggi dei prati stabili, della tipologia dei terreni, così fertili per il conoide e perché canali pianificati per la prima volta mille anni fa ancora la irrigano.

Luoghi di sapori descritti, di genti orgogliose, di tradizione del saper fare. In questa pubblicazione tutto concorre al fine di incuriosire, approfondire, svelare tematiche legate all'origine dei prodotto Dop più famoso al mondo.

Bibbiano è osservatorio privilegiato, col suo ambiente e la sua storia, legata a quella del monastero di Marola fondato per volontà di Matilde. Qui da anni si analizzano i suoli, si studiano pergamene, si continua la tradizione in fiere e concorsi, si fa di un paese sistema per valorizzare un territorio e il suo prodotto, anche con un apposito consorzio di caseifici. Un lavoro di ricerca inedito nel suo insieme, unito a una spettacolare selezione fotografica, ci accompagna a scoprire una data storica.

La grande storia sulle origini del Parmigiano Reggiano dispone di fonti archivistiche molto vaste provenienti da monasteri, famiglie signorili, notai, parrocchie, poeti, viaggiatori. Nelle pagine che seguono non riporteremo vicende generali sul noto formaggio, in quanto già ben descritte da altri autori. Presteremo attenzione, invece, alle origini del tipico prodotto, con particolare riferimento alle terre che furono di Matilde di Canossa, tra l'Appennino e il bibbianese. E' proprio in questa zona che accade un fatto molto importante: qui accertiamo la prima - e al momento più antica - citazione sul nuovo formaggio vaccino (formadio) che nei tempo diventerà il celebre Parmigiano Reggiano. Sotto i diversi profili delle conoscenze scientifiche e agronomiche, il libro inquadra l'areale bibbianese dove ben presto il Parmigiano Reggiano diventerà così vitale per l'economia del luogo.

Se alcuni libri possono essere considerati un dialogo privilegiato col passato, ma anche la nostra voce proiettata all'infinito nel tempo, consentiteci allora una dedica a tutti gli storici che si sono cimentati, e a quelli che lo faranno in futuro, nell'approfondire queste conoscenze. Oltre al professor Giuseppe Giovanelli, cui si deve molto per la parte di studio dell'epoca maraulense, in particolare al compianto, storico e scrittore, Mario Iotti. Chi scrive ricorda una piacevole conversazione, nei suoi ultimi anni di vita: persona aperta al dialogo e alle nuove scoperte, si era interessato a questo nuovo studio, qui riportato in maniera integrale e dettagliata.

Oltre al Comune di Bibbiano che ha creduto in quest'opera, e alle tante persone che vi hanno collaborato (senza per questo dimenticare lo sterminato mondo di Internet che ha ampliato le possibilità di ricerca e conoscenza), una dedica particolare va alla collaborazione dell'amico Umberto Beltrami.

Una dedica, non ultima, agli agricoltori di Bibbiano e dell'Appennino che, come in tutto il mondo, oggi continuano a scrivere sui campi questa storia: le immagini dei loro volti inserite nel testo ne sono testimonianza. Senza dimenticare coloro che li hanno preceduti nei secoli e di cui è difficile portare memoria, morti serenamente nei loro letti, schiantati di fatica nei campi o, anche, vittime della violenza e delle angherie dei troppi eserciti - qui di passaggio nei secoli per i famosi prati per i loro cavalli -, o più comunemente soggetti ai capricci dei potenti di turno.